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Da grande voglio diventare un cane guida. Ecco come un cucciolo si trasforma negli “occhi” di un non vedente

La strada di un cucciolo per diventare un cane guida per non vedenti è lunga e impegnativa. Solo pochi sono gli eletti. In questo articolo forniremo qualche informazione sull’addestramento, sui vari passaggi dalla nascita del cucciolo fino al suo affidamento, ma soprattutto scopriremo che tutti possiamo contribuire al suo percorso di addestramento…

Quali sono le razze migliori e perché?

 

Anche se teoricamente ogni cucciolo potrebbe diventare un futuro cane guida per non vedenti le due razze più indicate sono il Labrador Retriever e il Golden Retriever. A queste si aggiungono anche il Pastore Tedesco, il Pastore Belga e lo Scozzese o Collie, ovvero tutte quelle razze pacifiche, con uno spiccato senso dell’orientamento, attente e coraggiose. Sono queste le caratteristiche che fanno dei Labrador e Golden Retriever gli accompagnatori ideali per persone non vedenti.
Si tratta di un cane speciale, che avrà un compito importante per il resto della sua vita. Ecco perché non solo le razze sono selezionate, ma lo stesso cucciolo deve essere in perfette condizioni psico-fisiche per poter portare avanti un percorso formativo al termine del quale diventerà la guida di un essere umano, che si affiderà al suo amico a quattro zampe in tutto e per tutto.

 

Come vengono assegnati i cani guida?

 

Secondo la legge italiana, le persone non vedenti hanno diritto a ricevere un cane guida gratuitamente. A tale scopo esistono diverse associazioni, la più importante e diffusa a livello nazionale è il Lions Club. Queste organizzazioni si occupano di trovare il cucciolo ideale da affidare alla persona. La richiesta può essere fatta direttamente alle scuole di addestramento. Tra le scuole italiane più quotate citiamo: la toscana Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci, la più antica a livello nazionale; e il Centro di Addestramento del Lions Club con sede a Limbiate (Monza). Una commissione all’interno del centro prescelto si occuperà di valutare i requisiti per l’assegnazione. Una volta che la richiesta è stata approvata, il cucciolo selezionato inizierà il suo percorso di addestramento.

 

Come vengono addestrati?

Le scuole presenti in Italia dispongono di una selezione di cuccioli o addirittura una nursery interna come il già citato centro di Limbiate. L’esemplare destinato a tale scopo deve essere perfetto da un punto di vista genetico e psico-fisico. Ecco perché le scuole di addestramento dispongono di allevamenti interni o selezionati dai quali arrivano i cuccioli di Labrador e Golden che diventeranno delle guide perfette.

Come?

Il loro percorso non sarà breve né semplice. In primis, il cucciolo dovrà trovare una prima famiglia affidataria che si occuperà della sua crescita dallo svezzamento, circa 3 mesi di vita, fino ai 10-12 mesi. Questo primo step servirà per abituarlo alla vita quotidiana, agli stimoli, ai rumori e a tutti gli imprevisti che si possono incontrare in una normale giornata in famiglia. Durante questo periodo, il cucciolo si ambienterà alla casa, alle abitudini domestiche, ma anche ai luoghi esterni e pubblici, a stare in mezzo alla gente e a comportarsi bene con i famigliari e con gli estranei.

 

Possiamo contribuire all’addestramento di un cane guida?

 

Certo, perché potenzialmente qualsiasi famiglia può diventare affidataria. Tuttavia bisogna tenere in considerazione alcuni aspetti prima di prendersi un impegno tanto bello ma, allo stesso tempo, un po’ impegnativo. Questo importante ruolo è chiamato puppy walker. Non esiste un termine italiano equivalente. In parole semplici si tratta della persona o delle persone che accompagnano il cucciolo nei sui primi mesi di crescita o, se vogliamo tradurre il termine walker, nei suoi primi passi… Ecco perché si tratta di un ruolo fondamentale.

 

5 cose da sapere se volete diventare puppy walker

  1. È bene che la famiglia o le persone che si prenderanno cura del cucciolo nel suo primo anno di vita siano in grado di offrirgli un ambiente accogliente, sereno e stimolante.
  2. Tutte le attività che verranno svolte dai famigliari insieme al cucciolo hanno come obiettivo lo sviluppo di quelle caratteristiche comportamentali fondamentali per un cane guida: socievolezza, ubbidienza, senso dell’orientamento, sicurezza nell’azione.
  3. Ogni singolo membro della famiglia deve essere consapevole che il cucciolo è solo in affidamento, pertanto non è un cane di proprietà e presto lascerà la famiglia per lo scopo cui è destinato fin dalla sua nascita. Non essendo di proprietà non sono esclusi controlli e, in certi casi, il centro può anche decidere di togliere il cane per affidarlo a un’altra famiglia.
  4. Le spese per il sostentamento del cucciolo sono a carico dell’associazione. Alla famiglia vengono fornite tutte le istruzioni necessarie per svolgere questo compito durante i mesi di accoglienza oltre a un guinzaglio, un collare, una ciotola per il cibo e una spazzola per la cura e la pulizia del cucciolo.
  5. Dopo circa 10 mesi il cucciolo sarà un giovane cane pronto per essere valutato dal centro addestramento di provenienza e, se riconosciuto pronto e idoneo, sottoposto al vero e proprio programma di addestramento per cani guida.

 

Da cucciolo a cane guida

 

A 10-12 mesi il cane passa dunque dalla famiglia affidataria alla scuola di addestramento per circa 6-7 mesi. La durata dell’addestramento dipende dalla velocità di apprendimento del cane. Negli ultimi 15 giorni il non vedente sarà ospitato, insieme alla sua famiglia, presso il centro di addestramento, dove riceverà a sua volta la formazione necessaria per farsi guidare dal cane. Nel centro, il cane, grazie ad addestratori specializzati, non solo impara a superare gli ostacoli che si possono incontrare in una “normale” passeggiata in città, ma anche a comportarsi in maniera appropriata in diverse situazioni problematiche o impreviste.
I metodi utilizzati escludono qualsiasi azione coercitiva, anzi si basano sul rinforzo positivo delle abilità e del comportamento del cane attraverso un premio. Se il cane non risponde a certi stimoli, viene lasciato libero di fare senza costrizioni. Il percorso di addestramento prevede attività quotidiane via via più impegnative, man mano che il cane progredisce. Il cane guida impara a reagire a circa 30 segnali acustici (comandi), che permetteranno al conduttore di guidarlo nella direzione giusta o farsi segnalare luoghi e ostacoli imprevisti.
Durante l’addestramento, inoltre, impara a riconoscere gli ostacoli e a reagire di conseguenza. Apprende a procedere diritto, a distinguere la destra dalla sinistra e a segnalare o aggirare ostacoli di ogni tipo: per terra, di lato, ad altezza d’uomo. Passaggi pedonali, scale, porte, biglietterie, posti a sedere liberi e mezzi pubblici rientrano tutti nel suo addestramento. L’ostacolo viene segnalato dal cane attraverso uno stop, ovvero si ferma prima di qualsiasi imprevisto. Una scala, per esempio, è un ostacolo per un non vedente che il cane segnalerà fermandosi prima di salirvi e anche prima di scendere. Il cane guida è consapevole di avere un ruolo fondamentale e quando indossa il maniglione sa di dover guidare il suo amico non vedente. Solo quando indosserà un normale guinzaglio potrà comportarsi come un normalissimo cane da compagnia.
Al termine del “periodo scolastico”, il cane sarà sottoposto a un test atto a valutare le effettive abilità acquisite, prima di essere affidato al non vedente.

I cani che non saranno ritenuti idonei ad accompagnare una persona non vedente, troveranno un’adeguata sistemazione come animali da compagnia.

 

“Io puppy walker, ma…” La testimonianza.

 

Come dicevamo, tutti possiamo contribuire alla crescita e sviluppo di una cane guida per ciechi. Si tratta di un gesto nobile a cui non tutti, però, sono portati. E se poi mi affeziono? Questa è forse la domanda più frequente che ci si pone. Non affezionarsi a un cucciolo, per lo più docile e affettuoso come un Labrador o un Golden Retriever è pressoché impossibile. Ma se pensiamo che è una rinuncia a fin di bene, allora tutto può assumere una luce diversa. Partiamo dunque dal presupposto che noi siamo soltanto un mezzo per una buona causa.

 

Facile a parole, però…

 

Abbiamo incontrato una “mamma” affidataria che aveva gli stessi timori. Già proprietaria di due cani,  preferisce restare anonima (per questo la chiameremo con un nome fittizio, ndr), ma ci ha raccontato la sua esperienza davvero unica. “Quando mi è stato proposto ero molto restia. Sapevo che mi sarei affezionata e che sarebbe stato difficile separarsi dopo aver trascorso tanto tempo con il cucciolo. Ecco perché ho fatto delle richieste. Soltanto se avessero acconsentito avrei provato questa esperienza che ormai sta per giungere al termine. Tra qualche mese il cucciolo, un Golden Retriever, andrà a scuola di addestramento”.
La storia di Anna ha suscitato il nostro interesse. Anche noi avremmo, senza ombra di dubbio, le stesse difficoltà, specialmente dal punto di vista del distacco affettivo. Così le abbiamo chiesto quali erano tali richieste: “La prima è stata quella di conoscere il non vendente al quale sarebbe stato consegnato il cane. La seconda, non meno importante, poter continuare a vedere il cane anche dopo. Mi rendo conto che si tratta di una situazione anomala e che la procedura non prevede un trattamento simile, ma le mie condizioni sono state accettate e ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere la persona che tra qualche mese riceverà il cane. È stato proprio dopo questo incontro che ho deciso di imbarcarmi in questa impresa difficile e formidabile allo stesso tempo. Con lui si è instaurato un rapporto di amicizia e ho imparato tanto, mi ha arricchito come persona e mi ha permesso di conoscere il mondo dal suo punto di vista, facendomi comprendere che i veri limiti li abbiamo noi che con i nostri occhi vediamo e distorciamo la realtà ogni giorno… Ripeto e sottolineo, non credo che ciò sia permesso dalla procedura standard, ma avendo già esperienza nell’addestramento forse nel mio caso è stata fatta un’eccezione”.
Anna ci ha raccontato che anche nella scelta del cucciolo si è verificata una situazione insolita. Normalmente il non vedente incontra il cane guida quando si trova già presso la scuola di addestramento, dove insieme faranno un percorso di conoscenza. “Nel caso di questa persona non è andata così. L’incontro è infatti avvenuto poco prima che il cucciolo mi fosse affidato ed è stato quest’ultimo a scegliere il suo futuro amico non vedente, al quale si è avvicinato spontaneamente quasi volesse dire: io ti ho scelto, sarò la tua guida!”

Questo cucciolo speciale probabilmente sarà il primo della classe alla scuola di addestramento, poiché gli stimoli che arrivano sia dall’ambiente domestico sia dal mondo esterno sono molti e positivi.
Abbiamo infine chiesto alla nostra amica se rifarebbe questa esperienza:

“Assolutamente no. È stata unica e speciale e tale rimarrà, ma la consiglierei a chiunque”.

 

 

Photo credits Michael Nunes – unsplash.com



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